La Luna ha da sempre affascinato l'uomo e solleticato la fantasia di moltissimi scrittori, divenendo uno dei soggetti di fantascienza più gettonati. In particolar modo, il tema divenne molto popolare a partire dal 1600, quando l'invenzione del telescopio e, un secolo dopo, i primi voli dei fratelli Montgolfier favorirono la diffusione dell'idea di "un mondo lunare" abitabile e raggiungibile in volo. Tra i tantissimi scrittori che immaginarono una vita sul nostro satellite merita di essere ricordato Saverio Bettinelli (Mantova, 1718 - Mantova 1808), gesuita, scrittore e critico letterario. Durante la sua vita Bettinelli riprese infatti più volte questo tema, pubblicando più edizioni de "Il mondo della Luna".
Il primo "Mondo della Luna" di Bettinelli, un poema eroico-comico in dodici canti, venne composto dal gesuita mantovano in giovane età ed edito nel 1754 (Remondini, Venezia - link): era un testo ironico e giocoso, frutto di un lavoro di studio ed sperimentazione di stili retorici. Il secondo "Mondo della Luna" comparve invece nel 1767 (Padova, Stamperia del Seminario) e venne ripubblicato nel 1781 (Zatta, Venezia - link): questo secondo lavoro, in soli due canti, era un testo molto diverso dal primo “Mondo”, dove l'immaginazione e l'ironia lasciavano spazio alla scienza - nel primo canto - e a una felice società agricola - nel secondo. Nel terzo "Mondo della Luna", pubblicato nel 1800 (Cesare, Venezia - link) e sempre scritto in due canti, Bettinelli cambiò nuovamente il racconto. Se il primo canto rimase invariato, riproponendo il tema del viaggio e la macchina volante di Lana Terzi, il secondo canto diventò assai più cupo: sul satellite i viaggiatori trovano venti bellicosi e sanguinari,chiari riferimenti alla Rivoluzione francese e al dominio napoleonico.
Particolarmente interessante è il confronto tra gli ultimi due mondi immaginati da Bettinelli a trent'anni di distanza. Come ha scritto Luana Salvarani negli Annali di storia dell'educazione e delle istituzioni scolastiche: «Nel secondo Mondo della Luna il satellite si dimostrava uguale alla Terra almeno geologicamente, ma offriva comunque la possibilità di uno stile di vita alternativo e salvifico: la finzione lunare consentiva, quanto meno, di additare un modello. Nel terzo Mondo della Luna la finzione non offre scampo, e il satellite non è altro che una replica, si direbbe aumentata e radicalizzata, degli errori e storture della civiltà umana. Impossibile stabilire se tale scelta rifletta esclusivamente una fase nella biografia dell'autore, o se implichi un totale capovolgimento della teoria dell'immaginazione come "bellissimo dono del Cielo" e luogo privilegiato della sperimentazione letteraria e pedagogica. [...]»
Di seguito è riproposto il testo integrale delle ultime due "Lune" di Bettinelli, prese dall'edizione veneziane rispettivamente del 1781e del 1800: Il mondo della Luna (1781) e Il mondo della Luna (1800).
Buona lettura!
Emanuele Goldoni