Quando i virus erano solo uno scherzo

29 Maggio 2020 Tempo di lettura: 3

Testo scritto per l'Accademia Nazionale Virgiliana e comparso nella sezione dedicata ai contributi nei giorni del Covid 19.

Solo gli appassionati di storia dell'informatica conoscono oggi BBN Technologies, un'azienda americana molto attiva nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni tecnologiche, in particolar modo per conto del Dipartimento della Difesa statunitense. Un oblio immeritato se consideriamo l'indiscutibile ruolo avuto da BBN nello sviluppo della moderna informatica: per fare solo un esempio, furono proprio gli ingegneri di questa azienda a creare, negli anni '60 e '70, le prime reti a pacchetto e a dar così vita ad Arpanet e alle prime reti che, unendosi, avrebbero dato vita a ciò che oggi chiamiamo Internet.

Fu proprio in uno dei laboratori di BBN che, nel 1971, il programmatore Robert (Bob) Thomas decise di creare Creeper. Creper altro non era che un semplice programma per il sistema operativo Tenex in grado di "saltare", attraverso la rete Arpanet, da un mainframe all'altro. Creato come semplice esperimento tecnico, Creeper non era programmato per danneggiare o infettare i sistemi e si limitava a farsi beffe degli utenti facendo comparire sulla telescrivente il messaggio "I'M THE CREEPER: CATCH ME IF YOU CAN" prima di cancellarsi e spostarsi su una nuova vittima. Del resto il nome stesso di questo precursore dei moderni virus informatici è frutto di quella goliardia tipica della cultura hacker: creeper, traducibile come 'pianta rampicante', è infatti il nome del cattivo in un episodio del cartone animato Scooby-Doo uscito proprio nel 1970.

A rendere un po' più aggressivo Creeper ci pensò poco dopo un collega di Thomas: affascinato dall'idea iniziale, l'ingegner Ray Tomlinson creò una nuova versione sperimentale di Creeper in grado di infettare un computer, rimanere residente su di esso e usare la vittima per inviare copie di se stesso ad altri computer collegati in rete. La versione di Tomlinson può essere quindi considerata a tutti gli effetti il primo virus della storia: il suo principio di funzionamento è del tutto analogo a quello di molti worm informatici che hanno colpito Internet anche in tempi molto recenti.

A Tomlinson si deve anche la realizzazione di Reaper, un programma in grado di replicarsi e spostarsi nella rete allo scopo di trovare copie del programma Creeper e rimuoverle dai sistemi. Insomma insieme al primo virus (Creeper, 'la pianta rampicante') nacque anche il primo antivirus (Reaper, 'il mietitore') della storia dell'informatica.
Purtroppo questo periodo di sperimentazioni goliardiche lasciarono troppo presto il posto ai veri cattivi: negli anni '80 i virus informatici smisero infatti di essere un gioco e iniziarono a creare seri danni tecnologici ed economici su larga scala.

Se però pensate che Tomlinson meriti di essere ricordato solo come l'autore del primo virus della storia, vi sbagliate di grosso: fu infatti proprio lui che, di nascosto dai suoi superiori, inventò l'email. Ma questa è un'altra storia...

Emanuele Goldoni

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