Nell'ottobre 1914, mentre buona parte dell'Europa era già impegnata nel conflitto mondiale e anche nel nostro paese spiravano venti di guerra, La Domenica del Corriere (n. 41) pubblicò un racconto breve del fisico e meteorologo urbinate Tito Alippi. Dopo aver constatato la sua triste attualità, non possiamo non augurarci che anche ora non vi siano astronomi di Marte intenti a puntare i propri strumenti verso la Terra. (Lele)
In qual modo Ares, il grande anzi il più grande astronomo di Marte, giunse alla sua portentosa scoperta? E su quali principii scientifici essa riposava? Io non lo dirò ai lettori per varie ragioni, tra cui questa principalissima: che neppure io lo so! Non se ne meravigli nessuno, riflettendo che a noi, creature di un altro mondo, per quanto progredito nelle scienze fisiche, non può essere concesso comprendere i portati di altre intelligenze troppo diverse dalle nostre, molto più addentro nella conoscenza delle grandi leggi naturali, e che dispongono per giunta di altri sensi coi quali afferrano forme di energie a noi ignote.
Leggi tuttoDopo aver sperimentato sulla mia pelle l'efficacia della spaced repetition, ho deciso di provare a costruire da zero un mazzo per l'app Anki. Per unire l'utile al dilettevole, ho realizzato un mazzo per imparare l'alfabeto manuale (o dattilologia) della LIS - Lingua dei segni italiana.
E' ascoltabile su YouTube (https://youtu.be/TKq7DWYmcu8) il mio intervento sulla Cyberwar ospitato dall'Accademia Nazionale Virgiliana di Mantova.
Una mia breve storiella per bambini, anche per quelli ormai cresciuti.
I cannoni non hanno un'anima, un cervello, un cuore. Un cannone è fatto per sparare. Punto. Ma che altro dovrebbe voler fare un cannone? Insomma, diciamocelo: per quale motivo si dovrebbe mai chiedere a un cannone se desidera sparare? E, infatti, nessuno glielo chiese mai, a lui come a nessun altro cannone. Ma lui non sembrava interessato ad essere come gli altri cannoni.
Leggi tuttoOnline su YouTube (https://youtu.be/TaNjdIb40ro) il video della mia conferenza ospitata dall'Accademia Nazionale Virgiliana. Il video è di 44 minuti ma, se avete fretta, mi dicono sia ascoltabile senza grossi problemi anche a velocità 1.5x
Mio articolo apparso sulla Gazzetta di Mantova del 14/03/2021 in occasione del Pi greco Day.
Puoi anche non credere nell’amore a prima vista, ma quello tra Pi greco e l’informatica è stato un vero e proprio colpo di fulmine. In questa intensa storia d’amore, la prima freccia scoccata da Cupido colpì John von Neumann, grande matematico e fisico ungherese nonché uno dei padri dell’informatica. Nell’estate del 1949, seduto davanti a Eniac, il primo computer elettronico programmabile della storia, fu proprio von Neumann a suggerire l’impiego di quella nuova macchina per calcolare un gran numero di cifre di Pi greco e determinare se le cifre decimali fossero effettivamente distribuite in modo casuale. In pochi mesi il team di Von Neumann e George Reitwiesner scrisse un programma apposito e, dopo settanta ore di calcoli e operazioni, le 18.000 valvole di Eniac produssero finalmente le prime 2000 cifre di Pi greco.
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